giusi quarenghi

Sono nata a Sottochiesa, un piccolissimo paese di una piccola valle bergamasca, nel 1951. A scuola sono andata piuttosto volentieri: detestavo fare i temi (prendevo spesso ''fuori tema'') ma sarei stata ad ascoltare per ore la maestra quando ci leggeva Pinocchio.
Dopo le elementari, per studiare, non ho avuto altra scelta che il collegio, e mi è toccato il 'Collegio degli Angeli'. Ricordo l'ora del pomeriggio: si imparava a ricamare ascoltando una compagna che leggeva ad alta voce. Di solito io leggevo, e ricamavo molto poco.
Poi ho frequentato l'università a Milano, laureandomi con una tesi sulla morte, in filosofia della storia.
La mattina in cui avrei dovuto andare al Provveditorato per informarmi sulla graduatoria, mi sono accorta che l'idea di insegnare mi faceva quasi paura e che probabilmente non ne sarei stata all'altezza. Così mi sono messa a cercare un altro lavoro e l'ho trovato all'Istituto per lo Studio e la diffusione del Cinema d'Animazione di Milano, dove mi sono occupata di mostre di film animati d'autore, di critica, del giornalino e degli incontri con le scuole: inventare storie con i bambini per poi passare alla sceneggiatura, ai disegni, alla ripresa in diapositiva, alla registrazione con suoni e rumori, e alla proiezione. Sembra preistoria, visto da qui.
Ho lavorato anche presso la Cineteca di Milano occupandomi della biblioteca e delle schede critiche dei film. Ho scritto sull'Unità e su riviste specializzate di cinema d'animazione, di fumetto e di illustrazione. Ho fatto testi e sceneggiature per audiovisivi.
Sono passata anche per la pubblicità, lavorando per un'agenzia di Roma specializzata in pubblicità d'immagine.
Intanto, più o meno da quando avevo vent'anni, scrivevo o raccontavo storie, per me, per i miei amici, per chi mi stava ad ascoltare.
Ho pubblicato il mio primo libro per bambini nel 1982. A quello se ne sono via via aggiunti altri, di filastrocche, racconti brevi, storie lunghe, divulgazione...
Quando una storia mi passa vicino, vicino abbastanza perché io, alzando il braccio, la prenda al volo e, tendendo l'orecchio, ne catturi il ritmo per provare a rimodularlo, allora la mia giornata è benedetta.
Abito a Bergamo, in Città Alta.

 

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